Buongiorno a tutti voi, oggi vorrei dare spazio alla segnalazione di una giovane autrice e del suo libro. Si tratta di un libro diverso dalle mie usuali letture, poiché non mi dedico, per propensione, al genere romance sebbene, a tratti, misto al thriller. Considerando però che da anni, questo genere appassiona molti giovani lettori ed è un trend crescente, non mi è dispiaciuto approcciarlo.. Forse, proprio perché non ho mai saputo da dove cominciare per dedicarmi a questo tipo di lettura, è stata la lettura a venire da me.
“Cenere sulla brughiera” di Francesca De Angelis, è un libro particolare, fresco come l’età dell’autrice, nonostante la trama difficile e a tratti molto dura, cupa. Una buona storia che mi ha incuriosito per l’esperimento narrativo in cui consiste e la capacità dell’autrice di vedere oltre i singoli generi che l’hanno ispirata, creando un prodotto letterario variegato che sulla base del romanzo classico innesta elementi YA e thriller.
Il libro nasce dall’unione, e rielaborazione personale e più che fantasiosa, di tre elementi che la De Angelis ha saputo coniugare: cenni autobiografici, lettura appassionata e ricorrente del libro “Cime Tempestose” (cui si ispira apertamente) di Emily Bronte e la visione del film il “Corvo”. Ne è derivato un libro in cui la scrittura, indubbiamente fedele alla giovane età dell’autrice, le ha permesso di realizzare l’obiettivo prefisso: infondere carattere e consistenza al libro in linea con il genere narrativo cui il genere appartiene, riuscendo a raccontare una storia credibile e fruibile.
Senza dirvi niente di più del dovuto per non arrivare a svelare troppo della trama, è bello fare conoscenza con i protagonisti Catherine e Logan. Diremo che le pieghe del destino li uniranno a distanza e con un susseguirsi di avvenimenti. Catherine, nata e cresciuta tutta l’infanzia giocando nelle brughiere dello Yorkshire, si trasferisce negli Stati Uniti dopo la morte dei genitori per volontà di una zia, Clarisse, infantile e capricciosa. Qui, si sentirà totalmente strapiantata, nonostante la presenza accanto a lei dell’amata nonna Mary, che tuttavia poco dopo il trasferimento verrà a mancare come pure la stravagante zia Clarisse, determinando, per sempre, il triste futuro della povera Catherine, che verrà affidata dai servizi sociali a una nuova coppia di genitori. Questo, che sarebbe stato un lieto fine, diventa per Catherine l’inizio di un incubo.
Le disavventure, sembrano essere il forte della protagonista, ma anche dell’autrice, la quale indugia molto nel susseguirsi interminabile di tragedie che possono avvicendarsi nella vita delle persone, e così, se non fosse bastato a Catherine quella sequela di perdite affettive, si ritrova anche a combattere con una famiglia affidataria alla quale non importa niente di lei, se non la possibilità di riscuotere, grazie al suo affido, un assegno mensile. Però, come sempre nella vita, arriva il momento del riscatto e anche per Catherine è prevista la felicità, grazie all’incontro con il giovane compagno di scuola Logan, col quale inizierà una tenera storia d’amore. Anche qui ci saranno dei colpi di scena. La scomparsa dell’amato Logan, la sofferenza di Catherine che diventerà oggetto della cattiveria e della manipolazione altrui fino a scivolare, da sola, nelle maglie della Giustizia. Un crescendo di sventure che porteranno all’esito finale, il più drammatico possibile, che ovviamente non starò a svelarvi e che vale la pena scoprire, leggendo il libro. Un’eroina romantica in piena regola la nostra Catherine che affronterà in solitudine il suo destino.
Quello che colpisce di “Cenere sulla brughiera” è senza dubbio la scrittura della De Angelis che ha il pregio di descrivere sentimenti freschi con il medesimo stile narrativo. Sorprendente è poi l’articolata fantasia, che la rende capace di creare tutto sommato un buon intreccio.
Un mix di talento ed estrosità che il tempo saprà limare per depurarla un pò dall’idea che l’eroina di un romanzo debba per forza superare mille disavventure al limite del possibile, per essere tale e che le donerà la capacità di dare una personalità ancora più unica ai suoi personaggi per farli decollare a mezzo di una scrittura dallo stile e dal carattere distintivo..
Una buona lettura; impreziosita dalle difficili vicende personali dell’autrice che danno una contaminazione autobiografica alla trama e alla costruzione del personaggio di Catherine. Come lei stessa ammette, i protagonisti sono quasi sempre ispirati a se stessa. Ragazzi per lo più soli o lasciati soli, mentre le figure adulte sono pressoché assenti, disattente, comunque mai all’altezza del proprio ruolo educativo e protettivo, ciò che li rende dei protagonisti malvagi. Problemi pratici, della vita di tutti i giorni vengono affrontati con schiettezza e senza barocchismi del linguaggio, e questo forse è positivo perché avvicina molto il testo ai lettori più giovani. Tutto sommato non è un male poiché attrarre i ragazzi alla lettura è un buono scopo da prefiggersi, soprattutto se, come nel libro, uno dei temi che si affrontano è il bullismo.
Quest’opera prima della De Angelis traccia anche la sua convinzione che il bene, raro, sia sempre destinato a soccombere.
Scritto ispirandosi a “Cime Tempestose”, che anche nel testo è apertamente citato come un punto di riferimento a partire dal nome della protagonista, condivide con il grande classico della letteratura i temi ricorrenti dell’odio, della vendetta, dell’amore e della solitudine. Ma soprattutto, ed è qui che la De Angelis parte per tingere il tutto con un colore giallo-thriller: la capacità distruttiva che può avere un amore: “Dici che non sopporteresti di perdermi, ma se fossi io a perderti, non perderei solo la vita ma la mia stessa anima, il mio cuore e ogni cosa, la vita, la morte, l’eternità, tutto sarebbe privo di ogni valore. E’ così che ho vissuto per tanti anni, Catherine. Finché tu non mi hai salvato da questa pura solitudine che chiamano esistenza. Lasciarmi nel buio dopo che mi hai mostrato la via per la luce, quello sarebbe un ottimo modo per uccidermi. Preferirei che ti alzassi e, afferrato uno di quei coltelli chiusi nel cassetto, me lo affondassi nel cuore squarciandolo lentamente. Morire per mano tua sarebbe la migliore delle grazie piuttosto che vivere un altro giorno con il mio spirito lontano dal tuo”.
Quella “cenere” sulla brughiera che simbolicamente richiama ciò che rimane dopo una serie di devastazioni esistenziali arrecate da una sequela di eventi negativi e il drammatico epilogo. La potenziale forza dei buoni sentimenti che rimangono però sopraffatti dal potere del denaro e della malvagità. L’amore che è salvifico e punitivo al tempo stesso. La solitudine come unico mezzo umano per sondare in fondo a se stessi, topos della letteratura romantica che in questo libro è presente ed è ispirazione e negazione.

Insomma, un giudizio finale direi positivo, per questa mia prima incursione nella narrativa contemporanea a tratti YA e a tratti thriller, ma anche per Francesca De Angelis che, col tempo, saprà sicuramente evolvere il suo giovane (classe 1991) talento a partire da questa opera prima, in cui troviamo accennati il suo stile e le sue potenzialità. L’utilizzo di una terminologia ancora troppo colloquiale, a tratti ingenua, sta a indicare che per il momento l’autrice maneggia con parsimonia gli strumenti narrativi che la accompagneranno, sicuramente, nei suoi lavori futuri. La terremo d’occhio perché avrà ancora molto da dire. Intanto, #civediamotralerighe, anche di Francesca.
TITOLO: Cenere sulla brughiera, AUTORE: Francesca De Angelis, EDITORE: Arduino Sacco Editore, 2016, PAGG. 228, PREZZO: 17,90€,
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