Il 14 aprile 2020 significa due cose per chi ha amato e ama Gianni Rodari. Si ricordano allo stesso tempo i 100 anni dalla sua nascita e i 40 dalla sua scomparsa.
Gianni Rodari è stato uno scrittore importantissimo per molte generazioni, sia a lui contemporanee che successive. Molti genitori oggi leggono le sue favole e i suoi libri ai loro figli, abituandoli a un modo diverso, fantasioso di vedere le cose e stimolando la loro crescita in modo diverso. Ancora oggi Rodari ha un potenziale innovativo. È ricordato nella nostra tradizione culturale come lo scrittore per l’infanzia, ma in realtà i suoi libri sono ancora fieramente in bella mostra negli scaffali di molti adulti. Sia quelli cresciuti con le sue favole, che quelli che lo hanno conosciuto postumo. Perché Gianni Rodari non poteva essere ridotto a mero scrittore per piccini, i suoi libri sono classici a tutti gli effetti che aiutano a riflettere tutti. A sorridere, a immaginare. Rodari ha diretto anche quotidiani nella sua carriera e collaborato con amministrazioni e istituzioni, attento osservatore degli anni sessanta/settanta e ciò che a livello socioculturale portavano con loro, questo gli ha permesso di sviluppare una sensibilità da pedagogo.

Ha regalato a generazioni intere uno strumento senza pari e che oggi andrebbe riscoperto in tutta la sua potenza, usato con parsimonia e senso profondo di responsabilità: le parole. Egli stesso diceva:
Tutti gli usi della parola a tutti: mi sembra un buon motto, dal bel suono democratico.
Non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo
Se dovessi dire cosa devo a Gianni Rodari sicuramente direi la fantasia. La capacità di vedere oltre il visibile e di sognare oltre il possibile. I suoi libri sono il reperto più prezioso nella mia libreria stratificata dal tempo e portano con sé, a partire dalle copertine, ricordi indelebili di sessioni di lettura animate da mia madre che me li leggeva fin quando io stessa non ho imparato a leggerli da sola. Consumando copertine e pagine. Ricordo la lettura del Corriere dei Piccoli e forse a lui e a iniziative come quella devo l’aver avuto un genitore che si richiamava a un modello educativo diverso da quello vissuto e avuto fino a quel momento. Gli devo molto quindi. Moltissimo. E gioisco quando vedo i suoi libri negli scaffali dei miei amici con o senza bambini.
Gianni Rodari ha saputo creare un senso di appartenenza in molte generazioni, che si è perpetuato e a volte oggi, anche quando scoperto per caso tra i lettori, unisce senza parole, ma con un sorriso e mille ricordi.
Tanta gente non lo sa e dunque non se ne cruccia. La vita la butta via e mangia soltanto la buccia
Le morali profonde nelle sue favole e filastrocche sono eccezionali insegnamenti ancora oggi per l’adulto che le legge, e per il genitore o l’insegnante che le racconta e spiega ai suoi figli e alunni. E diventa un punto di contatto. È li che si ritrovano, grandi e piccini, nel leggere quei modi di scrivere e parlare che appartengono a entrambi. E la verità di questo straordinario autore, intellettuale e scrittore è proprio questa. Parlare una lingua che sia comune allo stesso individuo nel corso della sua vita e a sé e ai più piccoli nel confronto quotidiano.
Per chi vorrà trascorrere un anno Rodariano, conoscendo lo scrittore per la prima volta o volendo rivivere le sue poesie, filastrocche e conoscere i suoi libri magari leggendoli e tornare bambini oppure narrarli ai propri figli è stata istituita una bellissima iniziativa 100 anni di Gianni Rodari con un sito pieno di idee interessanti e interattive da realizzare, potete dare un’occhiata voi stessi qui e partecipare, specie in questi giorni di chiusura forzata in casa che permettono di stare molto a contatto con i bambini
Vi lascio con una delle sue bellissime e divertenti filastrocche con il cuore già ricco di gioia per averlo ricordato

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