Sette anni fa Nelson Mandela lasciava questa terra, lasciandoci in eredità uno straordinario patrimonio di lotte per la Libertà, e un esempio di ferrea umanità che non sbiadirà mai.
Ci ha tramandato anche tanto amore per la sua Africa. E una parte lo ha racchiuso in questo libro, raccolta di fiabe, come le definisce, africane.
30 storie, perché definirle fiabe è un po’ fuorviante, porrebbe come punto di partenza l’idea occidentale di favola comprensiva di morale, che non c’è in gran parte di queste storie.
Si tratta più di racconti popolari veri e propri con interessanti insegnamenti.
“Il mio più profondo desiderio è che in Africa la voce del cantastorie possa non morire mai”. Questo è l’intento di Nelson Mandela nel raccogliere in questa antologia il meglio dell’immaginario fiabesco africano. Le storie più belle e antiche, raccontate nella forma in cui ce le restituiscono oggi le metamorfosi prodotte da secoli di peregrinazioni.
Ciò che consiglio di fare quindi è abbandonarsi alla narrazione e allo stile, così da scoprire le profonde differenze culturali che Mandela teneva a conservare. Questo libro può essere un valido aiuto alla comprensione antropologica del suo popolo.
Alla fine c’è anche un interessante capo in cui sono indicati nomi e info dei narratori delle storie e una breve ricostruzione della storia delle fiabe, dove sono state raccontate o sono apparse prima. Nell’indice, accanto ai titoli inserisce la regione da cui proviene il racconto.
Trovo questo libro adatto a essere raccontato o letto insieme ai bambini, magari in questi giorni di Natale, per farli viaggiare verso l’Africa e prendere spunto per affrontare altri discorsi sulla figura di Mandela, a seconda dell’età dei giovani ascoltatori.
Io ho provato una profonda gioia nel leggerlo; così particolare, mi ha suscitato grandi emozioni e profonde riflessioni.

Affascinante, è uno squarcio sul continente africano, la Natura, e il valore del rispetto. Mandela infatti sostiene che una storia può essere raccontata in diverse regioni, ma non c’è una versione migliore dell’altra, tutte si equivalgono perché la diversità regala in sé pari dignità e valore. Un concetto che tutti i bambini dovrebbero conoscere da subito per costruire una società multiculturale.
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