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Il PROCESSO AI CHICAGO 7 – The Trial of the Chicago 7 di Aaron Sorkin.

3 Febbraio 2021

Se siete interessati a sapere che negli anni Sessanta l’America non era solo lotte antirazziste, lotta per il riconoscimento e l’affermazione dei diritti civili, ma c’era anche quale vistosa ombra, nel catalogo NETFLIX trovate un interessante titolo, THE TRIAL OF CHICAGO 7, Il processo ai sette di Chicago. Ne sono rimasta entusiasta!

Ambientato nel 1969, dopo un Sessantotto di fuoco dell’America caratterizzato da un susseguirsi di eventi clamorosi come l’assassinio di JF Kennedy, l’aumento di 10000 unità del contingente militare nella Guerra del Vietnam, l’elezione di Nixon, l’uccisione di Martin Luther King e ancora l’assassinio di Bob Kennedy e la nascita e diffusione dei movimenti di Controcultura, come gli Yippie e i movimenti democratici, e le aspre lotte antirazziste, il film parla del processo più assurdo e ingiusto che la storia processuale d’America ricordi, svoltosi a carico dei leaders dei manifestanti che erano arrivati a Chicago per contestare la Convention del Partito Democratico da cui sarebbe uscito il nome dello sfidante a Nixon. I 7 imputati furono arrestati e processati per cospirazione in base a una legge da poco approvata contro i membri del Ku Klux Klan e assolutamente infondata nel caso concreto dei 7 che avevano la sola colpa di aver manifestato pacificamente il loro pensiero. Furono attaccati dalla polizia che diede vita, in quel modo, ai disordini. La responsabilità degli scontri fu invece addossata ai manifestanti.

Mi sono chiesta parecchie volte come sarebbe stata la Storia, come sarebbe andata se avesse prevalso la cultura dei pacifisti, quel modo di vedere le cose cambiandole dal profondo, cambiando l’ottica di vita e di pensiero, quel sovvertimento pacifico che non ha mai ha avuto la forza di opporsi alle regole e che, seppur sia stato fagocitato dal sistema, un poco, in fondo in fondo, forse lo ha cambiato; secondo quello che è il destino comune a tutte quelle lotte alternative che non riescono a diventare “sistema”, ma che in qualche modo lo diventano, anche se in forma minoritaria. Questo film, in parte ha risposto alle mie domande, perché se c’è una cosa che ha il pregio di avere è l’essere un film corale, dove però il singolo e le singole storie, personali e sociali, non si perdono nel tutto, non si diluiscono, bensì conservano ciascuna la propria forza evocativa e descrittiva.

Facendo una critica a come è stata trasposta cinematograficamente la storia c’è chi ha detto che è stata fatta troppa commedia degli eventi, alcuni molto gravi, come l’omicidio del nero amico di uno dei protagonisti arrestati, e che era del tutto estranei ai fatti e fatto partecipare senza un avvocato al processo solo perché di colore nero, quindi per biechi motivi razziali. In realtà tutto quello che si vede, tipo gli eccessi di Hoffman capo degli Yippie, è tutto accaduto veramente durante il processo in aula, anche le cose più grottesche e più ironiche. Un processo politico, celebrato come una farsa che è stato come tale vissuto dai protagonisti. Ovviamente quindi la resa del film è spettacolare e non toglie niente alla drammaticità del contenuto, facendo trapelare una serie di ingiustizie quasi inimmaginabili e, purtroppo, alcune di esse in Italia sono ancora vive e vegete e lottano con noi proprie nelle aule dei Tribunali italiani. Del resto stiamo parlando del regista di The Social Network, e West Wings e Newsroom, Aaron Sorkin, non certo uno alle prime armi e con creatività piatta. Casting spettacolare con attori che sono fedelissimi ai protagonisti reali della vicenda e un cameo non facile di Michael Keaton che ha sicuramente impreziosito il momento cruciale del processo interpretando il testimone chiave, ex procuratore di Stato, che viene impedito dal Giudice Hoffman più ingiusto e fuorilegge che mai di testimoniare a favore dei 7, con una testimonianza che di fatto rivelava come le indagini dell’Ufficio del Procuratore aveva evidenziato l’estraneità ai fatti violenti e alla cospirazione degli imputati.

Insomma la storia del processo ai Chicago 7 è un film che va visto. Per tornare a quei tempi e farsi una cultura sulla controcultura, sui movimenti di pensiero che nacquero e quello che è arrivato fino a oggi, se è arrivato. Un buon punto di partenza per capire se in tema di diritti umani, civili e politica democratica, abbiamo fatto qualche passo avanti o siamo ancora fermi alle storture degli anni ’60. Io un’idea me la sono fatta.

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