Due anni fa, nasceva il blog.
Come dico nella bio, è stata una nascita ‘pilotata’…ho voluto fortemente che nascesse il giorno in cui è nato Pier Paolo Pasolini.
È il mio scrittore, giornalista, poeta, e intellettuale di riferimento. Ogni volta che lo leggo o leggo di lui, qualcosa si smonta e rimonta nel modo di vedere le cose e dentro di me si compie un ulteriore passo avanti nella comprensione della società, della cultura italiana, della nostra Storia e nella mia coscienza di persona.
Lo considero un uomo che ha sacrificato la vita alla Verità. Generoso, consapevole, ha saputo darsi in nome della comprensione degli emarginati. Ha impegnato tutto se stesso nella battaglia culturale dell’Italia, in prima linea, con la sua mente e il suo corpo. Eretico, sensibile, poeta, duro giudice della politica, del giornalismo e di certo modo di pensare che, purtroppo, non abbiamo ancora dimenticato; che ancora pratichiamo.
Per questi motivi ho voluto che questo blog fosse suo gemello astrale e putativo. Spesso scrivo di lui, di ciò che di lui leggo, lo ricordo, anche se non tanto quanto vorrei, limitata dal tempo e dal rispetto per chi vuole leggere opinioni di lettura più varie. Ma questo blog è, in fondo, dedicato lui.
Per questo, nel giorno del nostro compleanno, ho deciso di festeggiare segnalandovi un libro che parla di lui, della sua tragica fine, sulla quale, nella tradizione peggiore delle stragi italiane più famose, non è mai stata scritta la parola verità, neppure processuale.
C’è un Autrice, giornalista, che più di ogni altra continua ancora oggi a tenere gli occhi e la penna puntata sulle vicende, la vita, la fine, le opere di PPP, ed è Simona Zecchi.
Il suo ultimo libro, “L’inchiesta spezzata di Pier Paolo Pasolini. Stragi, Vaticano, DC: quel che il poeta sapeva e perché fu ucciso”, per Ponte alle Grazie, prosegue il lavoro enorme di ricerca e studio delle fonti, anche giuridiche, già avviato con il precedente “Massacro di un poeta”, sempre per Ponte alle Grazie. Secondo me merita di diventare un punto di riferimento per chiunque voglia conoscere, o approfondire ciò che già sa, su PPP. C’è un lavoro di ricostruzione dettagliato, oggettivo e ben analizzato. Simona Zecchi è una giornalista indipendente (non poteva essere altrimenti con questo punto di riferimento intellettuale e professionale, ndr) che segue la verità degli eventi più controversi della cronaca, e politica e società, italiane e la riporta senza mezzi termini, senza filtri, solo tenendo come punto di vista l’approdo alla conoscenza di ciò che realmente accade. Ho conosciuto questo suo metodo leggendo, e studiando per un piccolo speech sulle vicende giudiziarie di Pasolini, il suo libro e vi ho trovato una grande attenzione a dettagli processuali e verità giuridiche sempre sottaciute o mistificate. In questo libro ci sono tante connessioni, 433 pagine piene di dati, studiati e messi a sistema, per proseguire l’indagine sugli anni della c.d. strategia della tensione, a cui paiono legati i reali motivi dell’omicidio efferato e “tribale” – come Zecchi lo definisce – di colui che oggi si è rivelato l’intellettuale italiano più profetico. La tesi di Zecchi è che Pasolini fu ucciso per ciò che sapeva, ormai leggendario il suo “IO SO” (Corriere della Sera, novembre 1974) con cui denunciava e attaccava in modo frontale la DC, proprio un anno prima di morire. La ricostruzione dell’Autrice porta dritti ad affermare che si trattò di una congiura, ordita perché Pasolini usava ormai la sua penna come strumento di denuncia, in modo investigativo che lo aveva avvicinato pericolosamente alle implicazioni e alla verità della sanguinosa strage di Piazza Fontana e il terribile fil rouge che la legava alle altre stragi della strategia della tensione. Pasolini aveva mostrato di essere sulla strada della individuazione dei responsabili, aveva smascherato una politica della destabilizzazione che conduceva alla conquista stabile del potere in mani autoritarie o pseudo-centriste. A sostegno delle tesi evidenziate nel libro, Zecchi pubblica un inedito assoluto: lo scambio epistolare in versione integrale di PPP con il neofascista editore Giovanni Venturi. Da qui parte il viaggio dell’Autrice attraverso la storia italiana, che interseca la vita di Pasolini con l’omicidio Moro, che dissezione gli anni ’70, gli anni di piombo, che tanto ancora incombono nelle vicende attuali italiane. Molto più di quanto non si creda o si riesca a vedere.
Un libro bello, scritto con l’onestà intellettuale che contraddistingue Zecchi e che sembra voglia perpetuare dai tempi di Pier Paolo Pasolini, quella che emerge, disarmante, dalle parole rilasciate per la presentazione del libro e che ci svela a chi è dedicato questo lavoro, dalla stessa Autrice: “Mi rivolgo a chi c’era, soprattutto a quelli che oggi guardano con sufficienza la nostra generazione, pensando che magari non è capace di analizzare e comprendere i fatti solo perché non vi ha assistito personalmente” “poi mi rivolgo ai giovani”.
Ecco io auspico che questa Storia italiana, che Pier Paolo Pasolini, siano conosciuti dai ragazzi, dai giovani, che molto hanno da imparare da lui, dal suo spirito critico, dal suo occhio ribelle, che scrutava verità nascoste, dalla sua empatia folgorante con cui entrava in contatto con l’umanità più profonda degli emarginati, dei diversi, di coloro che sono per la strada, gli invisibili. Che possano imparare a conoscere, anche grazie a questo libro, la capacità di saper conoscere e riconoscere l’altro, come suo simile, oltre ogni barriera sociale o culturale e creare quel filo comunicativo che fino agli ultimi giorni della sua vita, Pier Paolo Pasolini ha cercato con generosità e ostinazione, lasciandoci un’eredità intellettuale senza pari.
Buon compleanno, quindi, Pier Paolo, e buon compleanno a questo blog, che mai smetterà di dare voce a te e quanto parla di te.
in foto: credits Carlo Cerocchi
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