Nella ricorrenza dell’EARTH DAY, il libro che mi viene in mente, letto di recente, è Passi silenziosi nel bosco di Marco Steiner.
E’ un libro la cui scrittura è talmente evocativa da divenire palpabile. La poetica di Steiner è così vivida, così materica, che tutto ciò che descrive porta il lettore a toccarlo con mano, a viverlo come se fosse realmente dietro ai suoi passi attraverso il bosco. E’ un libro molto particolare, esperenziale, grazie anche alla bellezza degli acquerelli di Nicola Magrin, che trasforma in immagine la sensorialità delle frasi di Steiner.
L’incipit è già una dichiarazione di quello che offre al lettore: avverte Steiner: “per vivere il bosco, bisogna essere bosco”.
Un’immersione completa, dunque, un’immedesimazione con la natura e i suoi suoni, i suoi profumi, le sue atmosfere che si posano sulla pelle e penetrano la mente, il pensiero, creando quel connubio primordiale con la Natura da dove l’uomo proviene e cui Steiner lo riconduce con eleganza e sobrietà nella scelta delle parole in un ritmo generale che è quieto e pervasivo.
Steiner incanta il lettore per fargli capire quanto sia importante incarnare la creazione. Dobbiamo essere Creato, Natura, bosco. Intercetta l’esigenza innata e dimenticata di tornare all’origine, di rigenerarsi, che pure abbiamo tanto sentito in questo ultimo anno di cattività in cui ci ha costretto la diffusione del virus pandemico, e ne fa poesia, stile e voce. Ed è in questa rigenerazione, che il bosco vive ogni giorno, che l’uomo ritrova ed evolve se stesso, in un circolo, che altro non è se non quello della vita. Ma Steiner ci ricorda anche che la vita, la rigenerazione è un percorso continuo, costante, sempre uguale, ma diverso:
“Il bosco vive brancolando nel buio, s’illumina al mattino, rinasce”.
Quanta metafora in queste parole che spiegano a noi lettori, donne e uomini in viaggio, il segreto del percorso, del cammino. Fatto di chiaro scuri, ombre e di nuovo luce. L’alternanza naturale che richiama alla nascita: venire alla luce.
Leggere questo libro porta così vicini a Madre Terra, all’impulso vitale, che ci si ritrova con emozione a pulsare, passo dopo passo, all’unisono con le immagini che Steiner descrive e Magrin pennella. La vita, di cui il bosco è metafora piena in quanto contenitore, creazione ciclica che si rinnova. Uno scambio tra Natura e Uomo che nel bosco si incontrano e diventano una cosa sola:
“Diventi bosco/scricchiolio/e vaghi nel tempo/leggero/incrini l’involucro, sei libero”.
Tutto parla di immanenza, in questo libro profondo come l’anima, come l’essere. La complicità con il bosco, il vento che cementa il rapporto tra uomo e Natura, il collante di una relazione con la Natura che quasi si personifica, per quanto si fonde con l’uomo.
Ci sono passi di pura poesia:
“Le foglie si stringono nelle spalle, vibrano timide, esitano, arrossiscono ti lasciano scivolare nel verde”.
È bella questa immagine di una Natura in posizione di supremazia, che concede, accoglie, lascia passare. Rimanda alla finitezza dell’uomo e all’infinitezza dell’Universo, alla giusta dimensione della creatura rispetto alla Creazione. Parte piccolissima, e non tutto. Se osservassimo questa regola di empatia, la Terra sarebbe ancora la madre da rispettare, di cui avere cura, perché si perpetuino i suoi eterni favori d’amore.
Il viaggio espressivo dell’autore, si avvia dal bosco per arrivare all’uomo.
“Il respiro si espande, ti avvolge, sei bosco, NON PACE”.
È un passo bellissimo. Dove nella metafora c’è tutto il senso dell’esistenza che non si ferma mai, che fluisce, che è fermento costante. La vita, come il bosco, è sempre in divenire. È il cerchio della vita che Steiner evoca “sei ritorno, ricordo, puro, arcaico ritorno. L’inizio di un tutto”.
Entrare nel bosco, è un ritorno alle origini, all’unità.

Attraverso la metafora del bosco, e il rapporto di coincidenza tra uomo e natura lo scrittore ci regala la poesia dell’esistenza. Con una scrittura delicata, ma decisa, scarna, colora i concetti come le tinte degli acquerelli di Magrin. Particolarmente bello è il passaggio:
“Osservo l’acqua luccicante del fiume, gocce, schizzi, onde, folletti danzano, guizzano cristalli di notte, barlumi di sorrisi. Miraggi di stelle, di notti che non vogliono finire”.
C’è tutto. Il suono, la luce, la freschezza, il sogno, i sentimenti; c’è l’umanità della natura, in un gioco pirotecnico di sensazioni che si alternano veloci, parole pennellate.
Ecco, credo che questo passo illustri più di ogni altro il senso profondo dell’esperienza di lettura che si compie leggendo questo libro che è poesia screziata, ritagliata direttamente dalla sostanza di ciò che descrive, ma al tempo stesso è poggiata con mani delicate e presa dolce sull’anima di chi legge. Mostra tutta la sensibilità di uomo e scrittore di Marco Steiner, la capacità di entrare lui per primo in empatia con ciò che legge per poi trasmetterlo, con tutta la forza dell’immedesimazione, al suo lettore.
Via, via che si legge il libro, si compie il viaggio. Un viaggio che passa attraverso l’oscurità del bosco e che conduce a quel piccolo raggio di luce, prima fessura irrilevante poi traiettoria, infine punto di arrivo che pervade tutto.
Parole che portano profumi, atmosfere che sembra di poter toccare.
Bagliori di simbiosi, annullano le distanze tra testo e lettore, tra luoghi narrati e viaggiatore; l’autore è il tramite, il traduttore di uno splendido dialogo di creature che tornano a parlare, grazie a lui, la stessa lingua primigenia: l’uomo e il bosco parlano il linguaggio della natura, della vita.
Ne sono prova i dialoghi silenziosi che arricchiscono il viaggio, la voce del pettirosso, messaggero di un senso nascosto, da cercare altrove. La straordinaria festa di immagini evocata lascia l’anima districarsi giocosa, come creatura tra le creature, tutti i sensi sono coinvolti. Leggi e sei nel bosco, sei un tutt’uno con esso. Diventi bosco, sei vita. Presenza femminile che accoglie e sprona, solo accennata, che permea la ricerca di infinito e ricongiungimento.
C’è la dimensione del Tempo. L’altra componente che forma l’uomo. Siamo tempo, la terra è tempo:
“Il tempo si vorrebbe trattenere, ma anche il tempo si sfalda. Si dissolve e io mi dissolvo, sono nel vento sono correre d’acqua”.
Le metafore usate da Steiner sono importanti, reali: il buio, il bosco rimandano all’essenza. Finché, il percorso finisce, e c’è la rinascita cui tutte le dimensioni percettive hanno condotto.

Ma forse il punto più alto e più bello di questa magnifica lettura, per me, è la comparsa di un animale maestoso, il cervo. Simbolo e metafora per eccellenza, che non si può anticipare, perché va vissuto il senso di questo animale totem, così come è posto nel libro, nel suo finale.
Rimane l’aver amato tanto la descrizione del bosco come luogo dove non c’è pace, ma vita.
Il suo caos, la sua scomposta bellezza, l’attraversamento dell’oscurità, la battaglia con se stessi, ciò che fa paura, e il meraviglioso ritrovarsi. Una lettura catartica.
Che spiega come bisogna passare attraverso le cose per superarle, bisogna sporcarsi le scarpe nel viaggio e le mani, quando occorre aggrapparsi a qualcosa per farcela ancora. Bisogna conoscere il nemico che c’è in noi, spesso, più che al di fuori di noi, affrontarlo, batterlo e rinascere, essere quel cervo. Passi silenziosi nel bosco è un libro che accompagna chi lo legge nel viaggio all’interno di se stesso e all’esterno, nel Grande viaggio della vita.

E regala l’arma migliore per farcela compiutamente: il sogno, per darsi una nuova possibilità, la libertà.
Il bosco di Marco Steiner e Nicola Magrin purifica l’anima e riporta alla Natura come inizio del tutto e come nuovo inizio ancora e ancora, all’infinito.
Consigliato a tutti, e soprattutto a chi vuole lasciarsi percorrere da emozioni forti, espresse in modo delicato per farsi trasportare dalla magia leggera della parola.
Cosi dice lo stesso autore, in occasione della sua mostra a Milano, in cui è stato possibile vedere gli acquerelli di Nicola Magrin; qui il video e il link per chi volesse vedere le sue tavole dipinte anche acquistabili:
TITOLO: Passi silenziosi nel bosco, AUTORE: Marco Steiner, TAVOLE AD ACQUERELLO : Nicola Magrin, EDITORE: Nuages, PAGG.: 72, PREZZO: 37,00€, acquistabile sul sito dell’editore qui, o al 5% in meno su Feltrinelli.
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