Gli anni di piombo furono forse la pagina più dura della storia italiana; ebbero ripercussioni pesanti su politica, società, e forse anche cultura.
Una crudele serie di assassinii a sangue freddo, stragi a sfondo politico miravano a sfaldare le basi di un sistema di produzione ed economico che si voleva morto per sempre. Magistrati, poliziotti, professori, vittime illustri come Aldo Moro e Vittorio Bachelet caddero per mano di terroristi che si distinguevano sotto l’insegna delle c.d. Brigate Rosse.
Rosso è il perdono è una graphic novel che si pone in questo stralcio di storia e racconta l’assassinio di Vittorio Bachelet, scavando nell’animo della brigatista Anna Laura Braghetti, protagonista del libro.
Lei sparò il colpo, 41 anni fa, a sangue freddo. Colpì l’allora Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura per colpire duramente il “sistema”. Braghetti fu anche carceriera di Aldo Moro e si occupò lei di rinvenire il covo dove fu detenuto durante il sequestro; nel 1980 fu arrestata e poi condannata, nel 1983, all’ergastolo. Sarà rinchiusa in carcere fino al 1994.
Rosso è il perdono è una graphic novel ben fatta con illustrazioni eccellenti di Nicola Gobbi che esprimono bene i sentimenti nei diversi flashback della storia. Il contenuto è molto simbolico, racconta dell’incontro tra Braghetti e il fratello, sacerdote, della vittima Bachelet col quale il percorso di redenzione, già iniziato nella solitudine del carcere, si compirà totalmente nel profondo della sua anima. La brigatista ripercorre ogni momento della sua militanza per rispondere alla domanda fondamentale: “come” si può arrivare a dimenticare l’umanità, propria e altrui?

È un racconto coinvolgente, e i temi affrontati sono tanti e tutti validissimi. Il concetto riabilitativo della pena e della detenzione, del perdono, ma anche il riscatto che allora le donne cercavano in ogni modo, anche sbagliato, in famiglia e in società. Una graphic novel sui sentimenti, anche quelli più difficili da raccontare, inquadrata perfettamente nella Storia. Pregevole è in questo senso il contributo della postfazione di Alessandro Orsini, che spiega il concetto di ideologia.
Si tratta di un libro indicato non solo alle nuove generazioni, ma anche a chi vuol capire se davvero il carcere può avere un ruolo redentivo morale e che offre tanti spunti per approfondimenti dopo la lettura.
Ad esempio la storia della completa redenzione di Anna Laura Braghetti, che, ormai, dal 1994 lavora col permesso fuori dal carcere e collabora con l’Associazione Ora d’aria onlus che fornisce assistenza ai detenuti e li aiuta nel reinserimento. Nel 2002 le stato concesso il regime della liberazione condizionale, ma senza il beneficio dello sconto della pena. Attualmente coordina un progetto della Comunità europea sempre finalizzato al reinserimento degli ex detenuti nel mondo lavorativo. Una vita completamente recuperata quindi dal percorso detentivo, e che comunque, a livello interiore si deve misurare sempre con il proprio passato.
L’unica perplessità mi viene dal titolo. Il libro, nella versione francese uscita nel 2019, si intitola Rouge Passé – Histoire d’une rédemption, che mi sembra senza dubbio più adatto a descrivere la storia narrata. Rosso permane il passato, ma il perdono che Braghetti ha ottenuto, nel giorno stesso del funerale di Vittorio Bachelet, a voce di suo figlio Giovanni che parlava a nome di tutta la sua famiglia, come anche Padre Bachelet ricorda ad Anna Laura in carcere, sembra provenire più che dal suo passato rosso, da qualcosa di diverso e sicuramente non è macchiato di rosso.
Per il resto, credo che il grande pregio di questa graphic novel sia quello di riportare l’attenzione su temi molto divisivi, ma con una chiave di lettura a metà strada tra l’umano sentimento della compassione e quello della lucida interpretazione e lettura storico-giuridica. Il tutto con un tono comprensibile e accessibile a chi legge.

Notevole è l’interesse che questo libro è in grado di suscitare e che, senza dubbio, può scatenare la ricerca personale sul periodo storico e sulle ragioni ideologiche che lo alimentarono. Soprattutto, torno a ribadire l’importanza che possiede il testo nel portare il lettore in una dimensione spesso ostica come è quella dei diritti dei detenuti. La possibilità di riflettere su quello che il carcere rappresenta anche per il criminale più efferato e per i diritti che questi, a conclusione di un percorso stabilito dalla Costituzione, debba avere di tornare nella società alla pari degli altri individui che mai si sono macchiati di crimini.
RINGRAZIO RIZZOLI LIZARD per la gentile concessione della copia
TITOLO: Rosso è il perdono, Redenzione di una brigatista, AUTORE: Gonzague Tosseri, Nicola Gobbi, con postfazione di Alessandro Orsini, EDITORE: Rizzoli Lizard, PAGG.: 194, PREZZO: 20,00€, acquistabile qui
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