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L’ARMINUTA. QUANDO LA PAGINA DIVENTA PELLICOLA

16 Ottobre 2021

Ho assistito ieri sera all’anteprima de l’Arminuta, il film tratto dal libro di Donatella di Pietrantonio, in concorso al Romacinefest. Ho dovuto far decantare il bouquet emotivo prima di parlarne. Perché l’Arminuta è un colpo, uno strappo, un urto che ti travolge sempre, sulla pellicola come sulla pagina.⠀


Quando le aspettative sono altissime, di solito, sono disattese è quasi fisiologico, in questo caso no. Il film sfugge a questa regola la tradisce e fa storia a sé. Dopo la visione hai sempre la stessa sensazione di essere statə sollevatə in alto da un turbine di emozioni e poi lasciatə a terra esanime, col cuore in gola, le lacrime che non hai lasciato scendere in questo caso per continuare a vedere lo schermo fino ai titoli di coda, senza perderti una sola battuta, o immagine di quelle recitate alla perfezione da un cast sopra le righe, per bravura e talento. ⠀

Sofia Fiore, l’Arminuta, Carlotta de Leonardis, Adriana


La regia di Giuseppe Bonito (prima in sala con Figli) ha saputo valorizzare e seguire la bravura delle due protagoniste, bambine dal talento adulto e maturo in contrasto con la giovane età, e di una Vanessa Scalera dalla recitazione potente, viscerale, da urlo, da premio. Pochi dialoghi, un’espressività cui non siamo più abituatə. La storia, sullo schermo, pone l’accento molto sulle due maternità, sulle due figure materne, ma nelle due sorelle si esprime al massimo livello possibile e trova un drammatico punto di incontro in una scena di confronto, anche fisico, tra l’Arminuta e la madre biologica che mette i brividi e svuota, per bellezza e bravura delle interpreti. ⠀

Sofia Fiore – l’Arminuta-, Vanessa Scalera – una delle due madri, quella biologica –


I personaggi maschili escono malconci anche dalla pellicola. Ma l’interpretazione di Vincenzo è magistrale, nell’avvicinamento all’Arminuta c’è una potenza di recitazione che sublima il racconto; vivida, lascia senza parole. ⠀

Andrea Fuorto – Vincenzo – , Sofia Fiore – l’Arminuta –



E infine Adriana. Il personaggio magnifico e gigantesco che conosciamo; che sulla pellicola ci arriva in modo naturale per la tridimensionalità fortissima già sulla pagina. Interpretato da una ragazzina di 8 anni che sta sulla scena con un carisma solido e inaudito per età ed esordio. ⠀
Un esempio di neorealismo che prosegue una tradizione, quasi dimenticata, da un cinema leggero e ripetitivo ormai dominante.

Carlotta de Leonardis – Adriana

Sulla pagina, Donatella di Pietrantonio aveva già saputo scrivere una letteratura degna della migliore tradizione italiana, con voce personale, autentica, raffinata, dura e sensibile al tempo stesso, che ha lasciato indietro il tic della narrativa di intrattenimento di cui sono drammaticamente pieni gli scaffali.

Andate a vedere questo film, nelle sale dal 21 ottobre. Ne vale davvero la pena. Non sarete delusi dal volto dato ai protagonisti, perché la loro essenza è stata rispettata, il loro carattere, la loro potenza è stata tradotta in modo fedele e vigoroso dall’immagine. E poi perché il film, che interpreta bene la pagina scritta, sta bene in piedi anche da sé e ha una forza evocativa, in più punti, che fa male; forse perché dobbiamo alla scrittrice anche la co-sceneggiatura con Monica Zapelli.

Sono tante le componenti che premiano questa pellicola, che spero sia premiata a sua volta con un riconoscimento reale, perché lo merita, aldilà del gusto personale, come sempre opinabile.

Donatella di Pietrantonio che ci sta regalando storie universali di duratura bellezza. Varcheranno il tempo, ne siamo già sicuri, bastava sentire in sala la forza degli applausi che hanno seguito la proiezione e vedere l’affetto partecipato che ha circondato lei e il cast del film. Emozione sentita e pura.

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